Capitolo 4. I colli Eugani

 

Sempre caro mi fu quest'ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. 

Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quiete io nel mio pensier mi fingo; ove per poco il cor non si spaura.

E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce Vo comparando:

e mi sovvien l'eterno, e le morte stagioni, e la presente  e viva, e il suon di lei.

Così tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare.

Giacomo Leopardi "L'infinito"


Credo che Leopardi non potesse scegliere parole migliori per descrivere le sensazioni che provo ogni volta che vedo i colli.






Per scrivere questo capitolo sui colli, ho bisogno di chiudere gli occhi, rimanere in silenzio e lasciar parlare il ricordo di ogni singolo sguardo che ho posato su di loro e lasciarmi trasportare dalla leggera brezza e dal calore che ricevo ogni volta che i miei occhi incrociano il loro profilo.

Non ho viaggiato molto in vita mia, ho vistato quasi tutte le regioni d'Italia in maniera un po' superficiale senza mai soffermarmi a lungo nelle varie città. Ho vissuto per 15 anni a Genova, e quando ho conosciuto Diego, iniziai a frequentare il Veneto. 
Quando si parla di regione Veneto, spesso e volentieri la si associa a grandi città come Venezia, Verona, Padova che fanno da padrone ad un territorio di gran lunga più ampio di cultura e bellezza. 
Ma il Veneto per me rimane quella regione che protegge e conserva i colli. Quelle piccole montagne che sembrano i seni di una giovane donna minuta e fine con indosso una leggera maglia bianca , dove il vedo e non vedo, dei capezzoli turgidi e sodi, non lasciano spazio all' immaginazione seducendo chiunque abbia modo di posare gli occhi su di essi.

Francesco Petrarca nel 1369 li menziona così:

“Se solo potessi mostrarti il secondo Elicona che per te e le Muse ho allestito sui Colli Euganei, penso proprio che di lì non vorresti mai più andartene”. 

Ed io da qui non me ne andrò mai, nemmeno quando il mio corpo diventerà cenere perché essa verrà sparsa sulle loro cresta, affinché possa  giacere sul terreno che per tanti anni ha sorretto il mio corpo e la mia anima, trasformando i miei dolori in forza, i miei pianti in energia e i miei pensieri in un vortice di emozioni.
Parecchie volte mi sono rifugiata tra i suoi sentieri per scappare dal caos che mia vita aveva costruito. Salivo in cima a Calone e mi sedevo nel parcheggio a  fianco al cimitero, a volte sulle panchine e a volte sul terreno per sentirmi parte integrante di quella forza ed energia che la loro natura mi trasmettevano. Rimanevo in silenzio e immobile, ad ammirare Este d'all'alto e a sentire il profumo degli alberi, rigenerandomi attraverso l'ebbrezza del vento che da la su, risultava un dolce respiro sul mio collo.
Fissavo la rocca di Monselice, e nelle giornate limpide riuscivo a vedere il mare da lontano.

Quanti tramonti ho ammirato nelle sere d'estate, e quante albe al mattino mentre andavo a correre o a camminare; ed ero entusiasta quando mi svegliavo presto per poter correre verso lei.

Nei colli ho fatto l'amore: non lo nego. Sono state le volte in cui ho ci ho messo più passione perché farlo, con la persona che ami, in un luogo così estremamente eccitante, è la cosa più bella che possa capitare. Ci lasciamo travolgere da quella sensazione di libertà che la natura ci  stava regalando e sotto le stelle univamo i nostri corpi che si fondevano in un' unica anima.

Nei colli ho anche pianto, parecchio. A volte di gioia guardando le luci della città e a volte di disperazione per tutte le debolezze che non riuscivo ad affrontare. Ma ogni volta rientravo a casa con il cuore colmo di speranza e di leggerezza, trovando dentro di me la forza di cui avevo bisogno.

Li ho girati in moto, ondeggiando tra le sue dolci curve. Mi fermavo spesso a Teolo, nel bar d'incontro dei motociclisti e con un calice di prosecco,  chiaccheravo del più e del meno con persone estranee ma che in quel momento consideravo amici. 

E quante volte mi soffermavo, durante la corsa o le camminate , ad ammirare i vigneti che pian piano davano vita a nuova uva. E ho percorso i suoi sentieri alla ricerca di asparagi e pungi topo, lasciandomi trasportare dai suoi profumi e dal quel verde intenso che rapivano la mia mente e la mia anima.

Potrei stare qui a scrivere ore ed ore, pagine e pagine su quanto per me significhino i colli. Ma lascio a voi alcune delle tante foto fatte senza filtri, che vi faranno entrare in un mondo magico.

Luci e ombre
Colli Euganei, febbraio 2018

Dante aveva fatto bene i suoi conti ad innamorarsi di Beatrice, sperava in un futuro da ricco :-)
Giardino di Villa Beatrice, aprile 2017


Corriamo, ridiamo e giochiamo ma stai attento a non inciampare
Villa Beatrice, Aprile 2017


Ecco vedi, tocco il cielo con un dito
Monte Cecilia, ottobre 2023

Alla scoperta di gnomi nascosti
Conte Cecilia, ottobre 2023

Trasforma l'uva in prosecco, che poi ci penso io a conservarlo
Colli Euganei, settembre 2023

La morte delle foglie che daranno vita ad un nuovo mondo

Rosso di sera fa luce
Colli Euganei, settembre 2023


Un sole tascabile
Colli Euganei, settembre 2023

Fico, il frutto del terreno collinesco :-)


Va, dove ti porta il sole
Este, vista colli Euganei giugno 2023

Quasi pronto per la cottura in acqua salata
Grano in trasformazione

I Romeno e Giulietta dell'universo. Un amore irraggiungibile
Vista notturna Colli Euganei, settembre 2023

Segnali di nubi

Un amore con tanti punti interrogativi
Coccinelle su un asparago, Colli Euganei agosto 2023

A voi che leggete, vi invito a scoprire questo fantastico villaggio dei sogni










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Capitolo 2. Sardegna, terra inesplorata